lunedì 6 febbraio 2012

io, Clementina e il non Arturo!

Sto pensando parecchio a quanto le cose intese come "roba" mi stiano pesando ultimamente, l'accumulo di oggetti non fa che ammassarsi sopra di me, dentro di me e mi rende pesante, così pesante da non poter volare come vorrei davvero, se non volare almeno gravitare a qualche centimetro da terra.
Faccio sogni sul liberarmene, butto tutto, faccio piazza pulita.
peso-libero, peso-libero.
di cosa ho bisogno? poco.
cosa desidero? molto.
Vi racconto una storia che viene dai libri della mia infanzia, Arturo e Clementina.
Arturo col tempo regala un sacco di oggetti a Clementina, lei se li porta dietro con tutta la casa, è una tartaruga.
Un giorno oppressa da questa casa a più piani, che non la lascia libera di muoversi, ne esce e si va a fare una nuotatina, la cosa le piace molto.
Si decide, abbandona marito, piani di roba e carapace e se ne va felice dove vuole lei...
Al tempo questa storia era sopratutto una storia di mariti oppressivi e donne che si ribellavano e decidevano di essere padrone di se stesse e del proprio destino, non per nulla la casa editrice si chiamava "Dalla parte delle bambine", oggi io la leggo come una storia sulla pesantezza e sulla libertà.
Cerco di capire cosa mi fa bene e cosa invece è una risposta materiale a bisogni che invece sono emozionali.
C'è la possibilità di diventare una Clementina contemporanea che si disfa del carapace e non del marito-ma solo perchè non assomiglia per nulla ad Arturo!-?



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